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Diario di viaggio: le Sfogliatelle

che sfizio!Un treno fermo appena fuori Roma, in mezzo a verdeggianti campi e la voce del capotreno: Si avvisano i sigg. passeggeri che a causa di un guasto al locomotore, il treno resterà fermo in attesa di soccorso per almeno 90 minuti. Ci scusiamo dell’inconveniente e forniremo ulteriori informazioni in seguito…”

Se è vero che è nelle prove della vita che si rivela il carattere dell’essere umano, è in circostanze come queste che si rivela la tempra del perfetto viaggiatore.

Non appena finisce la comunicazione del capotreno, il popolo dei passeggeri si divide in “cicale chiacchierone”, quelli cioè che afferrano i cellulari per comunicare il fatto ai propri congiunti e amici a casa o in attesa nelle stazioni di destinazione, aggiungendo di telefonata in telefonata ulteriori dettagli dell’intoppo e di quanti e quali disagi siano vittime.
Ci sono poi le “formichine previdenti”, quelli invece che optano per la sopravvivenza ad ogni costo e che quindi si precipitano nel vagone self service – tavola calda, nella carrozza a centro treno, per l’acquisto di beveraggi e Cipster non-si-sa-mai.

Ho la fortuna di avere una compagnia di gente spiritosa e quindi le battute sulla situazione cominciano a ritmo serrato. Solo una coppia di torinesi si lascia coinvolgere con misurata prudenza, e io penso per tutto il resto del viaggio che forse, abituati alle puntualità sabaude, essi siano andati nel pallone quando hanno scoperto che le locomotive terrone si rompono.
Solo a fine viaggio, quando ero già pronta per scendere e avevo la valigia in mano, la signora mi confida che non è abituata a viaggiare in treno, e stare seduta per tante ore le procurava le vertigini…

Cmq, a parte un pochino di ansia del primo momento, il pomeriggio è luminoso e tanto per passare il tempo cominciamo ad organizzarci per la sosta forzata, immaginando che possa essere l’occasione per un piacevole picnic su rotaia. Inizio io, rassicurando i miei compagni di viaggio che, in caso di necessità o di prolungata sosta, ho da poter mettere in comunione di viveri una busta di taralli, un vassoio di sfogliatelle e un altro di pasticcini assortiti, frutto di incursioni mattutine effettuate con il mio amico Emilio in due note pasticcerie napoletane, al grido: “Meglio che ce li spendiamo così questi 4 soldi che abbiamo!”
Dopo questa mia offerta generosa, anche gli altri si sentono in dovere di partecipare ed tirano fuori un panino al prosciutto cotto, delle mozzarelle di bufala in un contenitore di polistirolo, qualche crackers e mezza confezione di wafers.

Dopo aver provveduto al censimento dei generi di conforto, e visto che anche io tengo famiglia da avvisare, da “formichina” mi trasformo in “cicala chiacchierona” sebbene debba limitarmi perché la batteria del cell è un po’ scarica e temo che possa passare a miglior vita quando poi mi servirà davvero.
Telefono a mia figlia informandola che può tranquillamente andare a cena fuori senza aspettare il mio rientro, perché i 90 minuti di ritardo sono puramente indicativi. Affido a lei l’incarico di avvisare il parentado senza creare allarmismi e soprattutto rassicurando tutti che non morirò di fame perché ho le sfogliatelle da mangiare..
“No, le sfogliatelle non si toccano!! In questi casi sostengo vivamente la pratica del cannibalismo!!!” Su questa affermazione di mia figlia la conversazione naufraga in un click.
Da lì a poco chiama mia sorella.
Non capisco perché ma se la prende con me.
”Ma come mai sei ancora lì? Fate qualcosa no??”
E già! Secondo lei, cosa avremmo dovuto fare? Scendere sui binari e dividerci in due squadre: una dotata di fune che traina i vagoni e l’altra che spinge? Mah!
La telefonata finisce con un minaccioso: “Vabbuò, ci sentiamo dopo!!”

La gente prende a passeggiare per il corridoio, qualcuno emette pronostici sulla durata delle fermate in caso di guasto nelle ferrovie italiane, altri cominciano a scambiarsi informazioni sul rimborso del bonus e numeri di cellulari. Non escludo che possa nascere anche qualche breve amore. Altri invece vanno indietro con i ricordi e raccontano di loro avventure di viaggi in tempi lontani.
Un paio di adolescenti in cerca di Coca Cola affermano di sentirsi stanche come “un serpente bastonato”…

Finalmente una voce annuncia che è in arrivo la locomotiva (Ma ancora non è arrivata? Ma da dove arriverà ‘sta locomotiva per impiegarci tanto?)
Dopo altri 20 minuti veniamo agganciati alla famosa locomotrice di soccorso che ci riporta indietro, alla stazione di Roma Aurelia, e lì finiamo parcheggiati.
Chi ha bisogno di sgranchirsi le gambe o è in astinenza da fumo scende dal treno, mentre il personale di bordo corre su e giù freneticamente, non si sa per quale motivo. E nel vedere tanto inutile affaccendarsi mi viene spontanea la parodia del ritornello di “Guaglione”, una nota canzone napoletana di qualche anno fa “….e passa e spassa dint ‘a stu vagone, senza nu motore…”
Scroscio di risata generale.

Inizio a pensare che in qualche modo quella situazione è la giusta punizione per aver deciso di declinare l’invito di un mio amico a fermarmi per la serata a Roma.. Provo a chiamarlo per ricevere almeno un conforto spirituale ma come sovente accade, quando ti serve un amico, non lo trovi mai!
Torno indietro con il pensiero alla mattinata trascorsa in parte con Emilio e in parte ad aspettarlo…
“Emilio, vuoi ridere? Sto ancora a Roma…”
“Ancora?? E come mai?” fa lui
“Si è scassata la locomotiva…”
“ E ve l’avevo detto io che era meglio se non lo prendevate quel treno!! Vabbè, donna Luisè, non vi preoccupate. Tanto avete le sfogliatelle, no?”
Come faccio a dirgli cosa ne pensava mia figlia circa le sfogliatelle?

Finalmente si riaccendono le luci e si sente un brontolio: forse si riparte!
Infatti, dopo ancora una mezz’oretta di tentativi, riprende il viaggio. In qualche scompartimento si saluta la cosa con un timido applauso. Nel nostro scompartimento invece ci guardiamo in faccia e, prima di ricacciarci nei nostri pensieri da viaggio, ci viene spontaneo dire all’unisono: “Evvai!! L’avventura continua!!”

La signora torinese viene assalita da uno strano insetto rosso con tante zampe, forse entrato da un finestrino aperto, ed è soccorsa da un baldo giovanotto rumeno che acciacca vigorosamente il clandestino, ponendo fine al suo viaggio. La signora però non è convinta che la caccia grossa sia finita e continua ad ispezionare il sedile, aiutata dagli altri che, occhialini da vista sul naso, non speravano in un passatempo tanto divertente dopo la noia dell’attesa..

Solo uno dei presenti non partecipa al safari: la sottoscritta, intenta a stilare questo diario di bordo a futura memoria…

Treno 503 “Caravaggio” – vettura 5.
Data astrale 22 aprile 2006 – ore 18:20…
Passo e chiudo

1 commento »

  1. Hi, its nice article on the topic of media print,
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    Commento di Protein 90 5kg — 11/03/2017 @ 6:46 AM | Rispondi


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