Commentaria

18/07/2008

ABKHASIA: ma perchè a Putin nessuno dice niente?

Di questi giorni è la notizia che Il Parlamento georgiano ha approvato una legge che porta gli effettivi dell’esercito da 32.000 a 37.000 soldati. L’aumento ”rafforzera’ le nostre difese e costruira’ un esercito compatibile con i criteri della Nato”, ha dichiarato prima del voto Nicoloz Rurua, vice presidente della commissione Difesa e sicurezza del Parlamento. Tblisi ha manifestato piu’ volte la sua intenzione di entrare nell’Alleanza atlantica, ipotesi che Mosca osteggia fermamente.

FIN QUI la cronaca

Ma questa notizia viene da lontano….E ci riporta a 16 anni fa, quando il Caucaso era teatro di una crudele  guerra etnica (putroppo una delle tante)

Georgia 1995

Quando gli imperi vanno in briciole, le scheggie volano dappertutto e possono fare molto male…  E l’URSS non fa eccezione a questa regola!

Citando da Wikipedia:
(…)Il 21 febbraio 1992,il consiglio militare della Georgia annunciò che era abolita la costituzione dell’era sovietica e la restaurazione della costituzione del 1921 della Repubblica Democratica della Georgia. Molti abkhazi interpretarono questo come un abolizione del loro status autonomo. In risposta, il 23 luglio 1992, il governo dell’Abkhazia dichiarò a tutti gli effetti l’indipendenza, ma questo gesto non fu riconosciutò da nessun altro paese. Il governo georgiano accusò i sostenitori di Zviad Gamsakhurdia di aver rapito il ministro dell’interno georgiano e di tenerlo prigioniero in Abkhazia. Il governo georgiano dispiegò 3.000 soldati nella regione, ristabilendo apparentemente l’ordine. Un pesante fuoco tra le forze georgiane e la milizia abkhaza scoppiò dentro e fuori Sukhumi. Le autorità abkhaze rifiutarono le pretese del governo, sostenendo che fosse semplicemente un pretesto per una invasione. Dopo circa una settimana di combattimenti e molte perdite da entrambe le parti, le forze del governo georgiano riuscirono a prendere il controllo di gran parte dell’Abkhazia e chiusero il parlamento regionale.
La sconfitta militare degli abkhazi provocò una risposta ostile dalla autoproclamata Confederazione dei Popoli Montanari del Caucaso, una denominazione che riuniva vari movimenti anti-russi nel Caucaso del nord (ceceni, cosacchi, osseti e altri). Centinaia di volontari paramilitari provenienti dalla Russia, incluso l’allora sconosciuto Shamil Basayev si unirono ai separatisti abkhazi per combattere le forze del governo georgiano. A settembre, le forze abkhaze e i paramilitari russi, dopo l’interruzione del cessate-il-fuoco, iniziarono una forte offensiva che cacciò le forze georgiane fuori dalla repubblica. Il governo di Eduard Shevardnadze accusò la Russia di dare copertura militare ai ribelli con lo scopo di staccare dalla Georgia il suo territorio nativo e la terra di frontiera tra Georgia e Russia. L’anno 1992 terminò con i ribelli che controllavano la maggior parte del territorio ad ovest di Sukhumi. Episodi di “pulizia etnica” ci furono da entrambe le parti, con gli abkhazi espulsi dal territorio controllato dalla Georgia e viceversa; circa 3.000 persone furono uccise in questa prima fase di guerra. (…)

IL nazionalismo tuttavia non è la sola ragione

Con un anodino comunicato infatto la GAZPROM ha fatto sapere il 23 giugno scorso che avrebbe lanciato prospezioni in Abkhazia, fra le proteste dei georgiani.

Mi viene in mente una domanda: qui critichiamo Berluskaiser ed il suo “partito-azienda”, ma perchè nessuno dice niente a Putin che ha creato (lui sì)  lo stato-partito-azienda ?

Tanto che adesso la Federazione Russa bisognerebbe chiamarla Gazpromija…..

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